Le Juniores 2009

Pubblicato giorno 10 Ottobre 2016 - Senza categoria

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Le Juniores delle Orsoline Missionarie del Sacro Cuore – la loro formazione come secondo noviziato. 15 giugno – 1 ottobre 2009, Roma


la loro formazione come secondo noviziato

15 giugno – 1 ottobre 2009, Roma

Madre Zileri ci scrive

Rev.ma Madre Maria Luisa Cappelleti

(Superiora Generale delle Orsoline Missionarie del Sacro Cuore)

Parma, 22 luglio 1894

Carissime Sorelle,

Mai forse vi ho riunite per trattare di cose di maggior importanza, di quanto sono quelle di cui vi voglio, anzi devo trattenervi. Debbo esporre alla vostra considerazione ed al­l’assennato vostro giudizio pensieri, argomenti, riflessioni intorno a cose di grande rilievo, che potrebbero anche decidere dell’avvenire del nostro Istituto. Questo caro Istituto è il pensiero dominante del­la mia vita; a lui ho dedicato per amor di Dio tutte le mie cure e sollecitudini; non vivo né voglio vivere se non perché esso prosperi a gloria di Dio e perbene di molte anime[1]. Voi pure, mie carissime Sorelle, lo amate tanto questo caro Istituto; sono dunque persuasa che meno dividerete le pene, le sollecitudini nel cercarne i vantaggi e mi sarete col vostro senno e colla vostra condiscendenza di valido aiuto nell’allontanare i pericoli che lo minacciano, nell’ammettere ed agevolare quei mezzi che possono valere, e che varranno indubbia­mente a farlo crescere e sviluppare, sempre coll’unico scopo della divina gloria e della salute delle anime[2].

Più cose debbo dire, e prima dirò che questa casa di Parma mi è cagione di molte angustie, perché la vedo divenire sempre maggiormente casa di chi vuoi disporre il governo a modo suo. Se non si hanno da ammettere Orsoline e nemmeno Maestre Orsoline se non ricevono l’approvazione del governo, se veniamo, poche sic­come siamo a diminuire per morte, che cosa diverrà fra alcuni anni questa casa? Eppoi sempre più si cerca di sorvegliarci, di sofisticare intorno alle cose nostre, di trovare da ridire sopra le più minute cose, sia delle nostre scuole sia della nostra amministrazione.

Questi sono per noi segni manifesti che alla fine si vuoi farci cadere. Tutto ciò mi fa gran pena, e sento che la mia coscienza mi stimola fortemente a studiare tutte le vie per trovare riparo a tanto male.

…………

Premesso tutto ciò, voglio ora aprirvi, carissime Sorelle, tutto il mio cuore, esponendovi quali rimedi io ritengo sicuri ed opportuni a far rifiorire l’Istituto, a renderlo sempre più caro al Signore[3] ed anche a liberarci dalle mani dei nostri nemici. Pesate tutto quello che sono per dire, pregate molto, pensatevi innanzi a Dio e non potrete a meno di restar persuase anche voi di quanto sono per dirvi, né solo rimarrete persuase ma buone siccome siete e affezionate cotanto al nostro Istituto, mi aiuterete colla preghiera[4], e coll’agevolarmi quei mezzi che sono da mettersi in uso[5]. Troverete forse qualche cosa che potrebbe riuscirvi dura: non vi preoccupate, sarei ingiusta se volessi imporre qualche obbligo e non lo farò mai. Il desiderio del be­ne di questo Istituto[6] è sempre stato vivissimo in me, ma dopo che mi trovo al governo di esso, al desiderio essendosi aggiunto il do­vere questo mi tiene in continue sollecitudini. Un pensiero da lunghi anni mi preoccupa. Ho molto pregato, lungamente riflettuto innan­zi a Dio[7] ; la mia coscienza non sarebbe tranquilla se differissi ancora ad esporvela.

Noi non siamo più quali erano le Orsoline al tempo della no­stra fondatrice, la venerata Madre Vittoria Masi; le nostre Regole attuali non sono più le vere Regole dell’Istituto, che videro la pri­ma volta la luce nel 1623. I punti più sostanziali delle primitive Regole sono essenzialmente cambiati[8].

Non ardirei affermare questo con tanta sicurezza, se avessi intorno a ciò il minimo dubbio.

Ho rovi­stato gli antichi manoscritti; le Regole stampate nel 1623 sono per­fettamente conformi a quelle manoscritte. Io non saprei dire quan­do né come le Orsoline si siano allontanate dalla pratica della pri­mitiva regola; ritengo ciò sia avvenuto a poco a poco e specialmen­te perché, dopo la fatale soppressione della Compagnia di Gesù, queste Orsoline sono state molto tempo senza la direzione dei loro veri Padri.

Ora già da parecchi anni vado chiedendo a me stessa se non sarebbe cosa molto gradita a Dio, molto utile all’Istituto, molto vantaggiosa a ciascuna di noi ed altresì giovevole al bene di molte anime, che le Regole antiche si mettessero in pieno vigore[9]. Lo stimolo che io sento a procurare questa cosa è sempre maggiore. Nella pre­ghiera mi sento avvalorata e confortata a questo: di quante per­sone a cui, o per consiglio, o per aiuto mi sono rivolta non ne ho trovato che mi storni da ciò, anzi da tutte ho avuto eccitamento e conforti a procurare questo bene al nostro Istituto. Se voi pure, mie carissime Sorelle, considererete posatamente la cosa innanzi a Dio, non potrete che trovarla giustissima. Io proporrei dunque di mettere in vigore l’antica regola, facendo s’intende quelle modifica­zioni che sono volute dai tempi, e che non alterano la sostanza del­ la Regola. Ma è troppo giusto che chi non è stata fin qui obbligata a quella Regola continui a vivere nell’Istituto, com’è vissuta sin qui. Abbracci la Regola antica solo chi si sente di farlo volentieri, e pro­prio spontaneamente[10].

……………………

Intanto preghiamo di cuore perché si compia tanto gran bene e noi possiamo fare ora e sempre la santa volontà di Dio.

Preghiamo anche molto Maria SS.. . . ., S. Giuseppe e S. Ignazio perché ci aiutino a compirla con perfezione e a superare tutti gli ostacoli che si frappongono al bene dell’Istituto, il quale ha bi­sogno di provvedimenti pronti e opportuni.

Maria Lucrezia Zileri, Priora

CORNICE del NOSTRO QUADRO

23 novembre 1926[11]:  Decreto della Sacra Congregazione dei religiosi che approvò le Costituzioni conformate al Codice di Diritto Canonico del 1917, e autorizzò la denominazione di Orsoline del Sacro Cuore. E, nello stesso giorno salparono per la Cina le prime consorelle missionarie.

E’ stato un dono del Signore al nostro Istituto e, certo, lo ha ottenuto anche la fede e la preghiera di Madre Zileri: “Preghiamo – aveva detto –  perché, se è volontà di Dio, la nostra Congregazione diventi anche missionaria.”

Ancora significative per noi, oggi, le parole di S.Ecc.za Mons. Evasio Colli, Arcivescovo di Parma, nel 1959, durante la celebrazione del centenario della professione religiosa della Madre Zileri:

“ … Era un Istituto, divenne una Congregazione; era per Parma, si estese, prima in altre città e poi anche si spinse, almeno nella mente e nella volon­tà di Madre Zileri. E si spinse di fatto poi, dopo appena tre anni dalla sua morte …nelle Missioni. Ecco l’esempio grande che ci ha dato questa Madre Zileri, di aver compreso  i tempi, di aver sentito le necessità e le possibilità, di avere eseguito quello che  Gesù Cristo disse ai suoi primi Apostoli: «Euntes, docete, omnes gentes ».

Andate camminate  – continua Mons. Colli – non state fermi perché il mondo cammina nel bene e nel male. E non fermatevi e andate in tutto il mondo per­ché tutto il mondo è di Dio e tutto il mondo ha bisogno di Dio. E possiamo noi arrivare con la nostra opera e il nostro apostolato. Sarà un apostolato di parola, sarà un apostolato di carità, sarà un apo­stolato di sacrificio, sarà un apostolato di preghiera, questo è possibile a tutti.

… E’ veramente grande questa figura appunto perché ha visto, sen­tito, ha osato con tutta la prudenza, con tutta la Fedein Dio. Ha osa­to allargare gli orizzonti dell’anima sua, a farli coincidere con quelli della carità di Cristo.

« Charitas Christi urget nos ». Ci spinge. Non si deve mai dire basta, non si deve mai dire fermo, con tutta la pru­denza in quanto lei non soltanto diciamo vide, sentì, ma poi osò.”

 [1]Il fine del nostro Istituto

 [2]Ancora il fine

 [3]… rifiorire

 [4]aiuti

 [5]aiuti

 [6]obiettivo

 [7]un metodo

 [8]il fatto

 [9]una sfida!

 [10]E noi?

 [11]Da Parma al mondo