Il “magis”

Creatività per il “magis”. Ci troviamo profondamente identificati con la dicitura delle nostre Costituzioni [ (OMSC Cost. 1984 ( 2001), p. 31, N° 8. ) ] nelle quali si legge che: “Fine della Congregazione è quello di procurare, con l’aiuto della divina grazia, la maggior gloria di Dio”. Oggi si parla di “fedeltà creativa”. Nella spiritualità del “magis”, la creatività è inscritta nel cuore stesso della fedeltà, nel seguire il Signore sempre in cammino. Sant’Ignazio di Loyola era anche sensibile e attento alle nuove sfide, alle nuove esigenze, alle nuove e mutevoli circostanze nazionali e internazionali e nelle situazioni ecclesiali e culturali dentro le quali anche noi, oggi, ci troviamo. Penso che non dobbiamo essere mai contente del modo in cui, oggi, collaboriamo con Gesù: Gesù merita sempre una migliore collaborazione e niente esiste nel mondo che non possa essere migliorato. Le nuove difficoltà e sfide, non devono essere frontiere o ostacoli, ma nuove occasioni da cogliere. Non è compito facile. Non ci piace andare verso nuove sfide. Ma lo Spirito soffia e chiama sempre a nuove sfide.

Per il senso del “magis” ( = sempre più, sempre meglio). Le nostre Costituzioni partono esattamente da questo spirito ignaziano, trovandovi la fonte da cui scaturisce il carisma. “Con la contemplazione del Regno di Cristo, siamo al centro della spiritualità ignaziana: Cristo Re, chiama al suo servizio. L’uomo risponde con un sì generoso che lo porta ad una imitazione più profonda di Cristo povero e umiliato per amore: sempre più, sempre meglio, con maggiore dedizione per continuare la sua missione salvifica: riconciliare gli uomini al Padre. Negli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio, in particolare nella meditazione del Regno di Cristo, ci presenta la figura di Gesù che predica nei diversi luoghi della Galilea e propone a tutti gli uomini un programma: “È mia volontà salvare tutto il mondo; chi vuole venire con me deve faticare con me; perché, seguendomi nella sofferenza, mi segua anche nella gloria”. Dinanzi a Gesù, che chiede dei collaboratori per la sua missione, Ignazio fa all’esercitante una domanda: “Cosa rispondi a questo invito di Gesù?” E aggiunge il generoso Ignazio: “Penso che tutte le persone ragionevoli e di buon senso si offrano senza riserve alla fatica e si comprometteranno a seguire Gesù”(ES 92ss), “povero e umiliato per amore, per continuare la sua missione salvifica di riconciliare gli uomini al Padre” [ (OMSC Cost. 1984 ( 2001), p. 31, N° 8. ) ] .

Il nostro atteggiamento, in continuazione dinanzi alla verità del Vangelo, non è qualcosa che possa essere oggetto di consumo, o di fruizione superficiale, ma è un dono che chiede una libera risposta. Essa, pur proclamata nello spazio virtuale della rete, esige sempre di incarnarsi nel mondo reale e in rapporto ai volti concreti dei fratelli e delle sorelle con cui condividiamo la vita quotidiana. Per questo rimangono sempre fondamentali le relazioni umane dirette nella trasmissione della fede (Benedetto XVI, Giornata Mondiale della Comunicazione Sociale, 24 gennaio 2011, Festa di san Francesco di Sales). Essere il Cuore di Cristo nel mondo. La prima delibera del Capitolo Generale 2001 afferma questo dicendo; “Consapevoli che l’identità dell’Orsolina Missionaria del Sacro Cuore ha una sua espressione come “personificazione dell’amore di Cristo”, si sente impellente la necessità di essere credibili testimoni del Vangelo nella nostra vita quotidiana : personale e comunitaria.”( Delibere, Norme Generali e Direttive riguardanti il Capitolo Generale 2001-2007)