Le Vergini di Sant’Orsola

Pubblicato giorno 7 Ottobre 2016 -

Dalla biografia di Madre Antonietta Bellaviti:

Associazione di consacrate/laiche

Per comprendere oggi l’antica fisionomia del “Collegio S. Orsola” è necessario allontanarsi dalla moderna concezione di “Congregazione Religiosa” e riportarsi alla concezione di vita religiosa che si aveva nel 1500.

A quei tempi era generalmente un problema per una donna farsi religiosa non claustrale. La sua scelta cadeva tra il monastero di stretta clausura e la casa paterna. Tuttavia l’Ordine di S. Ignazio di Loyola aveva iniziato un nuovo periodo di sviluppo della vita religiosa e aperto nuove strade e nuovi metodi di apostolato” (C. Ingoni s.j.).

Una di queste provvidenziali novità fu quella di Hall, città della Germania ove le tre sorelle dell’imperatore Ferdinando I° volevano, con altre giovani, “ritirarsi dal mondo per servire meglio il Signore, senza però senza però rinunciare alla direzione della Compagnia di Gesù”.

Non fondarono perciò un monastero, né vollero stretta clausura, ma un “collegio di vergini consacrate”, in un luogo ove fosse la Compagnia di Gesù. Facevano voto di castità e di perseveranza nell’istituto, la promessa di ubbidire alla superiora e osservare le regole.

San Pietro Canisio s.j. scrisse le loro regole. 

Anche in Italia iniziarono queste nuove forme di vita consacrata/laica, per giovani che volevano consacrarsi al Signore e che, allo stesso tempo, desideravano poter fare apostolato fra i giovani e, quindi, essere libere dalla vita claustrale.

Tra queste nuove istituzioni di vita consacrata/laica sorse anche il “Collegio S. Orsola”.

Gli inizi della nostra Congregazione

Nel 1575, a Parma, Don Giovanni Vaira, sacerdote diocesano, incontra, nelle vicinanze della chiesa di S. Ambrogio, una bambina povera e abbandonata che piangeva. La bimba sembra muta e il sacerdote, preso dalla compassione, la affida ad una vedova, Lucia Zanacchi. La bimba non si sa bene se si chiamasse – o venisse poi chiamata – “DOMENICHINA”: del Signore.

Don G. Vaira continua ad accogliere bambine abbandonate con l’aiuto di ricche e generose famiglie di Parma. Nel 1580, il Duca di Parma diviene protettore e benefattore dell’opera e i suoi successori continueranno a sostenerla fino al 1748.

Queste trovatelle e le giovani, che si occupano di loro, sono chiamate le “Figlie del Soccorso”Le direttrici dell’opera si susseguono: Lucia Zanacchi (1575 –1580) è sostituita da un’altra vedova, Claudia Tagliaferri (1580 –1584). In seguito a capo dell’opera è nominata un’altra vedova, Anna Rossi (1584 –1591).

Istituto di consacrate/laiche

Maria Maddalena Molinari

Nel 1587 entra una giovane, Maddalena Molinari. Assunta come “maestra di cucito”, si affeziona all’opera e si sente chiamata da Dio a rimanere per sempre in questa istituzione per dedicarsi alla cura dei bambini abbandonati.  Fa voto di castità e di perseveranza e altre giovani seguono il suo esempio.

Nel 1591 è scelta a capo dell’opera con il titolo di Priora.

Le prime giovani che si uniscono subito a lei sono nove; fanno voto di castità e di perseveranza nell’Istituto e promessa di povertà e obbedienza. Non fanno i voti di povertà ed obbedienza poiché non vogliono essere “monache di clausura” per potersi dedicare liberamente all’apostolato e, di conseguenza, non sono considerate “religiose” dalla Chiesa.

Vestono l’abito monacale e in tutto vivono come religiose: hanno quindi il periodo di noviziato, l’ammissione ai voti, la vita in comune, la vita di preghiera e si dedicano all’apostolato nella scuola e nell’educandato.

Sono ammesse all’aspirandato giovanette (“dozenanti”) che aspirano alla vita consacrata ma non claustrale.

Durante il suo Priorato entrano quarantasette religiose. Il nuovo Istituto prende il nome di: “Compagnia delle Vergini di Sant’Orsola” o “Orsoline”.

Si mettono sotto la direzione dei Padri Gesuiti e ben presto chiedono a loro di scrivere le Regole – “I Capitoli Generali” – che tuttavia saranno stampate solo nel 1623.

Allo stesso tempo si mettono sotto la protezione del Duca di Parma, capo del governo del Ducato di Parma e Piacenza. Rimarranno sotto la protezione dei governi che si susseguiranno fino a quando non saranno riconosciute come religiose dalla Santa Sede nel 1899.

Maddalena Molinari rimane Priora fino alla morte nel 1623.

Madre Maria Vittoria Masi

Eletta nel 1623, governa l’Istituto fino al 1648. Durante il suo priorato, i “Capitoli Generali” sono approvati e stampati dal Duca di Parma. Questi mette una imposizione: le Orsoline non potranno mai essere più di cinquanta.

Con lei, l’Istituto si consolida e si forma alla luce della “spiritualità ignaziana”. Con lei, le Orsoline iniziano la pratica degliEsercizi Spirituali annuali. Con lei, i confessori devono essere scelti tra i Gesuiti. Con lei, anche, le religiose che lo vogliono, fanno segretamente i voti di povertà e di obbedienza, ma –ufficialmente— restano solo i voti di castità e di perseveranza nell’Istituto.

Questo voto, inoltre, era condizionato: …“finché non accadesse al Collegio mutazione alcuna sostanziale che alterasse il modo di vivere consueto, cioè che non venissero costrette a vivere in clausura o a fare altri voti o a dipendere da altre autorità che dai Sovrani regnanti o cose simili. Se ciò fosse accaduto sarebbero rimaste sciolte dal voto”.

Madre Masi rimane Priora fino alla morte, nel 1648.

Dopo Madre Masi, le elezioni per la carica di Priora hanno luogo ogni cinque anni.

La scuola e l’educandato

Probabilmente, durante questo periodo, anche l’opera educativa delle bambine povere si trasforma a scuola/educandato per le ragazze delle famiglie ricche di Parma, ad esempio dei Gesuiti che hanno le scuole più importanti della città per i ragazzi dei ricchi e dei nobili.

Non si conosce il periodo del cambiamento, ma certamente nel 1674 questo è già il tipo di scuola/educandato che le Orsoline dirigono con un programma di studi proprio del tempo.

Tuttavia nel 1810, le Orsoline aprono di nuovo una scuola gratuita per le bambine di famiglie povere.

I Gesuiti

Iniziando dal 1759, i Gesuiti sono espulsi da molti paesi europei. Nel 1768, sono espulsi anche dal Ducato di Parma e di Piacenza.

Nel 1771, i Gesuiti vengono di nuovo chiamati nel Ducato di Parma e Piacenza e riaprono le scuole. Ma la tregua dura poco: nel 1773, i Gesuiti sono soppressi da Papa Clemente XIV e dispersi.

La Russia è l’unico stato che accetti i Gesuiti. Essi quindi o emigrano in Russia, o ritornano allo stato di sacerdoti diocesani. Tuttavia, quelli che rimangono in Europa continuano il loro ministero di nascosto.

Nel 1814, Papa Pio VII ristabilisce la Compagnia di Gesù, ma non tutti i paesi accettano il ritorno dei Gesuiti. Solo nel 1844, i Gesuiti potranno tornare a Parma, ma per breve tempo. Nel 1848, i Gesuiti sono nuovamente espulsi da Parma a causa della politica anti-clericale in Italia. Vi ritorneranno ufficialmente solo nel 1916.

Le Orsoline nella situazione politica
del Ducato di Parma, di Piacenza e degli Stati Pontifici

Dal 1591 al 1748, le Orsoline di Parma restano sotto la protezione dei discendenti dei Farnese. Secondo l’accordo stipulato
con il Ducato di Parma, le “priore”, dopo l’elezione fatta dalle Orsoline, devono essere approvate dal governo locale.

Nel 1748 il Ducato di Parma passa alla Famiglia Borbone. Le Orsoline, quindi – essendo una istituzione laica – passano sotto
la protezione del nuovo governo.  Ciò si verificherà nuovamente con i governi successivi, fino al tempo dell’approvazione
della Santa Sede.

Nel 1768, dopo alcuni anni di pace, i Gesuiti sono espulsi da Ducato di Parma e Piacenza (vedi sopra). Le Orsoline chiedono
al Duca il permesso di lasciare il Ducato di Parma e Piacenza e di poter seguire i Gesuiti, ma non ottengono il permesso. Si comanda loro di confessarsi dai Carmelitani, ma esse non si piegano ad obbedire, anzi vanno nella chiesa parrocchiale e si confessano da sacerdoti diocesani.

Per paura di essere soppresse a causa del loro legame con i Gesuiti, data la grave situazione politica e la lotta contro la Chiesa ,
le Orsoline cessano di fare il voto di perseveranza per alcuni anni.

Nel 1797, la Francia , con a capo Napoleone, inizia la conquista dell’Italia. Nel 1798 occupa Roma e gli Stati Pontifici. Nel 1802,
la Francia occupa il Ducato di Parma e Piacenza. Il nuovo governo è anticlericale, quindi scioglie gli Istituti religiosi e ne incamera i beni.

Anche le Orsoline sono minacciate di essere soppresse dal Governo francese. Esse si difendono sostenendo di essere laiche – e non religiose.

Una delle Orsoline, Madre M. Antonia di Borbone, riesce ad ottenere la grazia da Napoleone, suo cugino, salvando l’Istituto
dalla soppressione.

Nel 1815, la Francia è sconfitta e gli Stati Pontifici ritornano al Papa. Il Ducato di Parma e Piacenza passa sotto il governo di Maria Luisa d’Austria, moglie di Napoleone (che è prigioniero degli Inglesi) e dei suoi discendenti.

Nel 1844 i Gesuiti hanno il permesso di tornare a Parma, ma nel 1848, sono nuovamente espulsi. Le Orsoline sono accusate
di complicità con i Gesuiti e sono minacciate di essere espulse.

Per l’intervento di uno dei Consiglieri della città possono continuare la loro vita, ma sono costrette ad andare in parrocchia
per la confessione, data l’assenza dei Gesuiti.

Per molti anni faranno gli Esercizi Spirituali annuali individualmente, pur di non avere assegnato un sacerdote non-Gesuita
come predicatore.

Le Orsoline e il Regno d’Italia

Madre M. Luigia Saveria Tardiani

E’ eletta Priora per la prima volta nel 1833. Dopo cinque anni è ri-eletta per altri cinque anni, come chiedevano le Regole. Nel 1853 è ri-eletta per la terza volta e in seguito sarà ri-eletta ogni cinque anni, per altre sette volte.

Durante il suo priorato, nel 1857, Madre Tardiani fa la revisione delle Regole –i Capitoli Generali – del 1623 e “dà una impronta alquanto diversa dall’originale ai medesimi …. introducendo alcune modificazioni in parte scritte e in parte tradizionali
ed avvalorate sempre da una costantissima pratica”
e le fa stampare.

Intanto importanti avvenimenti incidono sulla vita delle Orsoline.

Nel 1859 il Ducato di Parma e Piacenza diviene parte del Regno d’Italia. Nel 1860 gli Stati Pontifici divengono parte del Regno d’Italia. Nel 1870 il governo italiano occupa Roma, lasciando al Papa solamente la Basilica di San Pietro, la piazza e i palazzi adiacenti.  Lo Stato Pontificio ( la Città del Vaticano) diventa il più piccolo stato del mondo.

Logicamente anche le Orsoline essendo – consacrate/laiche – passano sotto la “protezione” del nuovo governo sabaudo e,
dal 1868, Vittorio Emanuele confermerà l’elezione della nuova eletta Priora, come è ormai tradizione plurisecolare.

L’unificazione del Regno d’Italia porta l’unità del popolo italiano, ma anche la lotta contro la Chiesa cattolica. Molti istituti religiosi sono minacciati dalla soppressione.

Nel 1873, giunge a Parma un 1° Decreto Reale che dichiara che il Collegio delle Orsoline deve passare alle dipendenze del governo italiano e alle disposizioni di una commissione governativa sia per l’amministrazione, sia per l’andamento della scuola. In altre parole, il Collegio è considerato istituto religioso e deve essere soppresso come gli altri istituti religiosi.

Subito, infatti, una Commissione si stabilisce nella scuola di Parma e la dirige, riformando i programmi e richiedendo per l’insegnamento solo insegnanti diplomate e quante necessarie a questo fine. Madre Luigia Saveria Tardiani decide subito che cinque Orsoline conseguano tutti i diplomi necessari. Una delle cinque Orsoline è Madre Lucrezia Zileri.

Tuttavia la situazione politica deteriora e Madre Tardiani comprende che il governo italiano, nel futuro, potrebbe sopprimere l’Istituto. La Madre , quindi, decide di aprire una casa a Milano, ove si possano rifugiare in caso di dispersione.

Nel 1879, Madre Tardiani e Madre Zileri, in abiti civili, vanno a Milano e con l’aiuto di un Gesuita, Padre Terzi, vi stabiliscono
un convento. Nel 1881 aprono una scuola elementare e una scuola di lavoro per fanciulle povere. La scuola presto si espande.

Quando le prime candidate alla vita religiosa entrano nel nostro convento di Milano, il noviziato da Parma è trasferito a Milano.

Nel 1886, alla decima elezione, Madre Luigia Saveria Tardiani è ri-eletta Priora, ma essa non accetta la nomina. Allora le viene conferito il titolo di “Priora a vita”, mentre Madre M. Lucrezia Zileri assume il titolo di Vice-Priora, ma con il ruolo di Priora.

Madre Tardiani muore nel 1890, dopo essere stata Priora per 47 anni.

Madre M. Lucrezia Zileri

Madre M. Lucrezia entra nell’Istituto nel 1858, a diciannove anni. Subito si distingue per la sua bontà e virtù. A causa della situazione politica, suo padre (che, dopo essere rimasto vedovo, diverrà Sacerdote e Gesuita) è costretto ad andare in esilio con la famiglia. Madre Zileri vive, di conseguenza, per molti anni una vita nascosta e umile, facendo la guardarobiera e la sagrestana.

Nel 1871, quando la situazione politica sembra schiarirsi, è nominata maestra delle educande e poi, nel 1878, maestra delle novizie.

Nel 1890 Madre Luigia Saveria Tardiani muore e si tiene il Capitolo per l’elezione della Priora. Madre Lucrezia Zileri, che copriva il ruolo di Vice-Priora, è eletta Priora.

Nel 1893 giunge da Roma il temuto 2° Decreto Reale, la proibizione, cioè, di “…nominare maestre le signore che appartengono alla disciolta associazione del collegio S. Orsola, o di sostituirle, o di accettare altre candidate”. Dopo molte preghiere con l’aiuto di un avvocato si ottiene la revoca dell’ordine. Ma Madre Zileri vuole la completa libertà dal governo italiano. Per questo fa causa al governo e nel 1894, Madre Zileri vince la causa e il Collegio di Parma è riconosciuto come una associazione laica.

Nello stesso, Madre Zileri si trasferisce a Milano per seguire le novizie e riscrivere le Regole, tornando alle Regole delle origini
del 1623, pur adattandole ai bisogni dei tempi e per ottenere l’approvazione della Santa Sede.

Nel 1899, Madre Zileri si reca a Roma ed ottiene l’approvazione delle Regole. In esse, tuttavia, i voti di povertà e di obbedienza non sono nominati e si continuano a fare, come in uso da secoli, privatamente con la superiora, il giorno della “vestizione” (professione). Nel 1899, con questa prima approvazione delle Regole da parte della Santa Sede, termina l’ingerenza del governo sull’Istituto. Con l’anno 1900 inizia l’espansione dell’Istituto, con fondazioni in varie località di Italia.

Due esperimenti falliti

Nel 1908 c’è un primo tentativo di unione con l’Istituto delle Tavelle, le Vergini di San Giuseppe, di Ravenna. L’esperimento fallì e fu chiuso nel 1913.

Nel 1920, inizia -per tre anni- un altro esperimento: l’unione tra le Orsoline di Parma e le Orsoline di Piacenza. Nelle elezioni, Madre Radini Tedeschi (Priora dell’Istituto di Piacenza) è eletta Priora; Madre Zileri è nominata Vice-Priora. Le Regole adottate sono quelle di Parma, perché già approvate dalla Chiesa. Il noviziato, da Parma, è trasferito a Piacenza.

Per quanto somiglianti, tutti e due gli Istituti hanno caratteristiche proprie, alle quali nessuno vuole rinunziare. Dopo tre anni, nel settembre 1923, l’esperimento si chiude, ciascun Istituto continuando per la sua strada. Madre Zileri non vede la conclusione di questo tentativo di unione, di cui era tanto preoccupata, poiché muore nell’agosto del 1923, circa un mese prima della decisione finale.

La Congregazione religiosa

Nel 1899, Papa Leone XIII approva le Costituzioni ma l’Istituto non è ancora di Diritto Pontificio, poiché nelle Costituzioni, Madre Zileri era stata consigliata di non menzionare i voti di povertà ed obbedienza. Nel 1923, la Priora , Madre Agnese Cioja, presenta alla Santa Sede, per l’approvazione, le Regole che esplicitamente menzionano i voti di povertà e di obbedienza e che sono conformi al nuovo Diritto Canonico.

Il 23 novembre, 1926, la Santa Sede approva le Regole. La Congregazione assume il nuovo nome “Orsoline Parmensi del Sacro Cuore”, come era desiderio di Madre Zileri.

Il 2 marzo 1927, Madre Cioja fa i voti -secondo le nuove Costituzioni- nelle mani del Vescovo di Parma, Mons. Conforti.

Il 27 marzo, tutta la comunità fa i voti nelle mani della Priora e in simile modo le altre comunità.

Le Missioni

Madre Lucrezia Zileri (1839-1923) fu uno strumento della maggior gloria di Dio a servizio della Chiesa. Aprì diverse case in Italia, dedicandosi alla educazione della gioventù, aprendo corsi per giovani operaie e preparando la Congregazione  all’apostolato missionario. Il suo grande sogno fu di portare Cristo a tutto il mondo.

Il sogno di Madre Zileri si avverò nel 1926 quando le prime Orsoline partirono per la Cina.   Anche in quella terra la gioventù fu il primo campo di apostolato. Fu in Cina che le Orsoline iniziarono anche a occuparsi dei malati aprendo il primo dispensario.

Nel 1952 in Giappone, le Orsoline si dedicarono -con le scuole- all’educazione della gioventù. Memori delle esperienze e del successo del dispensario si dedicarono anche alla cura degli handicappati.

Nel 1952 anche in Australia, le Orsoline si misero all’opera con la scuola. Ma allo stesso tempo rivolsero lo sguardo ai tanti immigrati italiani che lavoravano in terra straniera.

Nel 1958 lo zelo missionario, dopo alcuni anni, portò un altro gruppo di Orsoline a lavorare in Taiwan, la terra in cui molti cinesi del continente si erano rifugiati.

Quando la Chiesa , nel dopo-Concilio, invitò gli istituti religiosi a portare l’aiuto spirituale ai paesi meno fortunati, le Orsoline scelsero -come nuovo campo di lavoro- le Filippine (1983). Qui pure l’educazione dei giovani ottenne il primo posto. L’attenzione fu volta ai poveri e ai malati con l’apertura anche del dispensario e poi di un ambulatorio.

E adesso? Adesso lo zelo missionario non si è spento e si attendono i segni dei tempi della Provvidenza per operare in altre terre lontane e continuare a portare Cristo al mondo.